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La giornata tipo... o quasi!!!

Passiamo a descrivere una giornata tipo dell'allievo, non ricordo con precisione gli orari, ma vi assicuro che non vi era una giornata uguale all'altra. Di sicuro una cosa: eravamo sempre di corsa.

La giornata inizia (generalmente alle 6.30) con la sveglia dell'allievo di giornata che urla: "Sveglia seconda compagniaaaa!", ma di questa parleremo più tardi.
Tutti gli allievi si scaraventano giù dal letto e inizia la frenetica attività pre-adunata.
Bisogna lavarsi e farsi la barba, pulire le camerate, rifare il letto, fare la pulizia dei settori, ovvero pulire le varie zone della caserma assegnate ad ogni camerata, ogni piccola foglia nel piazzale alzabandiera può comportare una punizione e così armati di paletta e scopa via di corsa a ramazzare e naturalmente, per chi riesce, afflusso mensa per la colazione.Per le 7.30 tutti pronti con scarponi lucidi e uniforme perfetta davanti alla compagnia. In alcune giornate oltre a queste attività era prevista anche una attività chiamata: "Reazione fisica", che merita una trattazione a parte.
Ma eccoci pronti davanti alla compagnia, implotonati alla perfezione. Qui inizia la prima ispezione della giornata. Il comandante di plotone passa in rassegna ognuno di noi, controllando tutto dalla testa a piedi, posizione della Norvegese ed eventuali pieghe(Banfature) non ammesse, taglio dei capelli, prova della barba. Corretta vestizione, ossia bisognava indossare i capi di abbigliamento indicati in bacheca; guai indossare un maglione non indicato in tabella, anche se c'erano 10 gradi sotto zero. Pulizia scarpe e allacciatura, e si oltre ad essere pulite in ogni punto, o meglio luccianti, dovevano anche essere allacciate nel modo corretto, in particolare gli stivaletti da lancio con i loro innumerevoli passanti dovevano essere allacciati fino in alto, i due lembi dovevano essere accostati e naturalmente l'allacciatura doveva essere all'interno.
Al termine della rivista, naturalmente qualcuno era stato punito, ogni plotone si portava verso il piazzale alzabandiera marciando e cantando la canzone di plotone fino a portarsi nella zona di pre adunata. Nel nostro caso sul lato sinistro della palazzina comando, assieme ai sergenti.
Al suono dell'adunata ci si portava correndo nelle posizioni assegnate;con ordini secchi e precisi si otteneva l'inquadramento di compagnia e subito dopo veniva presentata la forza al comandante di plotone, che a loro volta lo presentavano al comandante di compagnia e questi al comandante di battaglione.
A questo punto il comandante di battaglione ordinava l'At-tenti e voltandosi verso la bandiera urlava: Alzabandiera. In quel preciso istante iniziava l'inno di Mameli e l'allievo iniziava ad issare la bandiera in modo marziale. La bandiera lasciava le mani dell'allievo e saliva solenne davanti all'Emilius cha faceva da splendido scenario fino al momento in cui la bandiera raggiungeva l'apice nell'istante in cui terminava l'inno. Se così non fosse stato avremmo sentito le urla del comandante. Molti sono state le situazioni particolari che hanno portato alla punizione del malcapitato.
Al termine i reparti venivano indirizzati verso le attività addestrative della scuola. In una giornata normale vi erano i vari corsi di studio nelle più disparate materie. Verso mezzogiorno sempre implotonati ci dirigevamo verso la mensa. Qui ci attendeva uno starno rituale. Chissà quale mente perversa deve aver pensato questo complesso meccanismo per l'afflusso alla mensa. Ci si schierava fronte quattro sotto la tettoia antistante l'ingresso della mensa, una compagnia di fronte l'altra. La compagnia giovane verso sud e quella anziana verso Nord. Tutta l'operazione veniva scandita a turno da un allievo o da un comandante di plotone. Ogni 4 allievi del corso giovane ne entravano 8 di quello anziano. La fila era lunga ed interminabile, anche i sottotenenti cercavano di farci fare delle scorciatoie per farci arrivare prima degli altri plotoni all'afflusso.
Ma vediamo un po' come si svolgeva. L'allievo malcapitato veniva chiamato a dirigere l'afflusso (di solito quello che stava per entrare e che non stava simpatico al sottotenente di turno), questi dava l'attenti e diceva: "Avanti quattro" quando questi erano entrati diceva a riposo un passo avanti, ecc. e così fino a quando chiamava un allievo a sostituirlo. Chiamo l'allievo Pinco Pallino a dirigere l'afflusso mensa, il quale si metteva sull'attenti, e diceva comandi. Usciva dalla fila e continuava il lungo rituale. Finalmente si poteva entrare e andare a mangiare. Diciamo che almeno non era male. Alla fine del pranzo via di corsa verso le camerate per sedersi un attimo sulla propia seggiola (guai distendersi sul letto) o, dopo il primo mese, una puntatina allo spaccio.

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Stemma 2° compagnia

Ex Allievi Ufficiali del 155° corso - Scuola Militare Alpina di Aosta
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