Btg. Alpini Paracadutisti "Monte Cervino"
Un'unità definita "Ranger" in grado di fornire supporto alle operazioni non convenzionali. In particolare tale reparto deve poter condurre missioni offensive di interesse del livello operativo, quali azioni dirette in profondità, incursioni, sabotaggi e colpi di mano contro obiettivi di elevato valore, svolgere compiti di fanteria leggera di élite in situazioni ad elevato rischio, supportare l'azione delle forze speciali e fronteggiare esigenze operative improvvise, il tutto in ogni tipo di terreno ed in ogni condizione meteorologica. La tipologia delle missioni assegnate, pur non escludendo un utilizzo unitario o di aliquote di compagnia, enfatizza l'impiego di unità ai minori livelli organici, pattuglia da combattimento o plotone, destinate ad operare in grande autonomia e libertà di iniziativa in ambiente ostile, mediante infiltrazione ed esfiltrazione terrestri, aeree o anfibie. Per poter svolgere in modo soddisfacente compiti così impegnativi assume grande importanza la selezione del personale, allo scopo di individuare gli elementi idonei ad essere inseriti del reparto, e la sua formazione, che deve essere comune, omogenea e polifunzionale. In particolare si deve enfatizzare la capacità di assumere decisioni rapide ed appropriate in condizioni di forte stress fisico e mentale, di digiuno e di elevato affaticamento, facendo emergere le doti di resistenza, autocontrollo, equilibrio ed attitudine all'iniziativa. Dopo un breve esame delle professionalità e delle potenzialità esistenti nella Forza Armata il Nucleo FOS ha individuato quale reparto Ranger il Battaglione Alpini Paracadutisti "Monte Cervino" appartenente al Comando Truppe Alpine di Bolzano, che viene così inserito nelle Forze per Operazioni Speciali.
IL MONTE CERVINO
Costituito esclusivamente da personale volontario, il battaglione Ranger comprende un comando, articolato nelle quattro abituali sezioni Maggiorità e Personale, OAI, Logistica ed Amministrazione, la Compagnia Comando e Servizi e due Compagnie Fucilieri. La CCS ha una composizione particolare ed allinea, accanto ai tradizionali plotoni Comando, Servizi e Riparazioni e Recuperi, due pedine atipiche: il Plotone Trasmissioni ed il Plotone Ricognizione.
La presenza del primo enfatizza l'importanza delle trasmissioni al fine di assicurare un'efficace azione di comando e controllo a favore dei reparti dipendenti che, per le particolari tipologie di missione che possono essere chiamati ad assolvere, operano per definizione diradati ed in profondità. Il Plotone Ricognizione, per quanto di modesta entità (due sole squadre di sei elementi più il comandante), permette di disporre di una preziosa pedina cui affidare compiti esploranti e di sicurezza, soprattutto in caso di impiego unitario del battaglione, in particolare per l'individuazione ed il controllo di una zona di lancio.Le due compagnie fucilieri si articolano su Comando (comandante, vice comandante, aiutante di compagnia ed ufficiale medico), Plotone Comando con Squadra Comando (comprensiva di 3 aiutanti di sanità) e Squadra trasporti (con compiti logistici), 3 Plotoni Fucilieri, di cui due su VM-90 ed uno destinato a ricevere i VBL Puma, ed un Plotone Armi di Supporto. Al momento l'articolazione dei plotoni fucilieri si discosta da quella delle unità di Alpini convenzionali e comprende un nucleo comando con comandante, vice comandante e due fucilieri tiratori scelti, tre squadre fucilieri di 7 elementi con una Minimi ed una squadra armi di 6 uomini e due MG-42/59. Il plotone su VBL avrà un organico leggermente superiore, 34 uomini, con tre squadre di 10 su 2 blindati leggeri ciascuna, più un settimo veicolo per ospitare comandante, vice comandante, pilota e radiofonista. Il plotone armi di sostegno ha una conformazione del tutto atipica, riunendo quattro squadre controcarro, altrettante di mortai da 60 mm ed una di lanciafiamme.
Le squadre controcarro si compongono di soli 4 uomini, teoricamente in grado di schierare 2 lanciatori Milan ciascuna o, in alternativa, altrettanti lanciarazzi Panzerfaust 3. E' chiaro che un armamento così poderoso e pesante a disposizione di un numero così ridotto di fucilieri può trovare impiego simultaneo solo in situazioni particolari, comunque legate alla disponibilità costante di un veicolo. In altre condizioni operative verrebbe trasportato ed impiegato un solo lanciatore. Le squadre mortai, di tre soli uomini, sono al momento ancora dotate del vecchio M2 statunitense da 60 mm, alquanto pesante e dotato di una gittata insufficiente. Una squadra mortai ed una controcarro sono comandate, anziché da un graduato di truppa VSP, da un sottufficiale del ruolo sergenti che assume il compito di comandante della relativa componente. La squadra lanciafiamme, non ancora costituita, dovrebbe contare 7 elementi: comandante, 4 fucilieri abilitati all'impiego del lanciafiamme presso la Scuola del Genio e due conduttori per altrettanti veicoli. Completano il plotone il comandante, un radiofonista ed un fuciliere addetto al tiro dei mortai. Questi gli organici teorici.
All'atto pratico però non sempre risulta possibile rispettare pienamente questa conformazione, sia per contingenti carenze di organico che per l'indisponibilità di alcuni materiali (VBL, lanciafiamme e mortai di tipo moderno). Anche alcune particolari esigenze operative, emerse in particolare durante la frequenza dei corsi Ranger presso il RAFOS del Col Moschin, suggerirebbero una diversa articolazione dei plotoni. A tal fine la 1ª Compagnia, che ha iniziato per prima il lungo iter addestrativo Ranger e che ha pertanto raggiunto un più elevato livello di prontezza operativa, sta sperimentando in addestramento una conformazione ordinativa basata al momento su due plotoni di 34 uomini, composti da 4 squadre di 8 più comandante e radiofonista. Le squadre di otto elementi si prestano ad essere scisse in due gruppi di 4, analoghi ai fire team anglosassoni, che permettono di realizzare in modo ottimale l'alternanza fuoco-movimento all'interno della squadra stessa. Il plotone risulta inoltre in grado di dar vita a due pattuglie da combattimento di 16 fucilieri ciascuna. Due squadre dispongono di 2 Minimi (una per ciascun fire team), un Panzerfaust 3 e, quando disponibile, un lanciagranate da 40 mm. Una terza ha composizione analoga, ma sostituisce una Minimi con una MG-42/59, mentre l'ultima, che rimpiazza il fuciliere addetto al Panzerfaust 3 con un aiutante di sanità, peraltro combattente, può fungere all'occorrenza da squadra armi con due MG.
SELEZIONE E ADDESTRAMENTO
La particolarità dei compiti affidati al battaglione Ranger impone una rigorosa selezione del personale ed un suo addestramento altrettanto severo. La trasformazione del reparto e l'assunzione del nuovo ruolo nell'ambito delle Forze per Operazioni Speciali hanno comportato un notevole cambiamento di mentalità, esigendo un'adesione più intima e motivata alla vita del reparto ed un approccio innovativo alle problematiche addestrative ed operative.
Pur partendo dalla disponibilità di personale in possesso di un profilo psico-fisico mediamente elevato, che univa alla tenacia degli Alpini lo spirito delle aviotruppe, il Battaglione Monte Cervino ha inizialmente provveduto ad un'attenta valutazione degli Ufficiali, Sottufficiali e Volontari aspiranti Ranger, al fine di individuare tempestivamente quelli ritenuti non idonei a ricoprire i nuovi ruoli per carenze fisiche o motivazionali. Attualmente il battaglione dispone di due fonti di alimentazione, una primaria presso le scuole per VFB, Marescialli ed Ufficiali, ed un reclutamento speciale per personale già in servizio presso altri reparti (soprattutto VSP). Nel primo caso, quello più frequente, un team di selezionatori del battaglione viene inviato presso i Reggimenti Addestramento Volontari e la Scuola di Fanteria per selezionare i futuri Ranger di truppa (un processo del tutto analogo ha luogo presso gli istituti di formazione dei Marescialli e degli Ufficiali). Qui il personale interessato deve dimostrare la propria efficienza fisica superando una Preselezione d'idoneità fisica che prevede i seguenti esercizi: minimo 5 trazioni alla sbarra, 8 piegamenti alle parallele, 20 piegamenti sulle braccia e 30 addominali, cui segue una marcia zavorrata di 10 km con zaino di 10 kg da terminare entro il tempo massimo di un'ora e 15 minuti. Ogni singola prova, esclusa la marcia, deve essere eseguita nel tempo massimo di 2 minuti ed il numero delle ripetizioni è da intendersi il minimo assoluto, che non comporta l'automatico superamento della prova. I risultati idonei alla preselezione, ormai al loro quinto mese di vita militare, vengono aggregati al battaglione per il Tirocinio di Selezione della durata di tre settimane, avente lo scopo di preparare il personale, soprattutto mentalmente, alle condizioni addestrative tipiche dell'iter di qualificazione Ranger, attraverso un processo di progressivo adattamento psico-fisico che comprende marce zavorrate diurne e notturne a tempo, su distanze e difficoltà crescenti, fino a 25 km con zaino da 20 kg.
Chi supera tale attività inizia l'iter formativo Ranger che si articola in più fasi:
Corso di paracadutismo
della durata di 4 settimane presso il Centro Addestramento Paracadutisti di Pisa, con il conseguimento del brevetto di Paracadutista Militare dopo 5 lanci vincolati.
Corso di addestramento di 1° tempo
della durata di 17 settimane, che si svolge direttamente al battaglione con lo scopo di perfezionare l'addestramento individuale al combattimento, effettuare addestramento di coppia e di pattuglia, incrementare la capacità di agire nell'ambito delle minori unità per condurre operazioni di combattimento offensivo e difensivo in ambiente ristretto e con modalità evasive e non convenzionali. Comprende esercitazioni a fuoco ed in bianco diurne e notturne di plotone, esercitazioni di attacco in centri abitati e di pattuglia da combattimento a partiti contrapposti, addestramento all'impiego nelle PSO (Pease Support Operations).Vengono altresì approfondite le conoscenze di base di topografia, con l'impiego di carta e bussola, navigazione ed orientamento terrestre diurno e notturno, sul maneggio degli esplosivi, nel tiro con le armi in dotazione al reparto. Altri argomenti trattati comprendono le procedure di difesa NBC, l'impiego degli apparati delle trasmissioni e nozioni elementari di riconoscimento mezzi.
Corso Ranger
di 6 settimane presso il Reparto Addestramento FOS del 9° Reggimento Col Moschin di Livorno. Ha lo scopo di approfondire le procedure operative della pattuglia da combattimento ed acquisire le nozioni di base per pianificare, organizzare e condurre un'azione diretta. Vengono inoltre perfezionate le tecniche di tiro mirato ed istintivo, con particolare riguardo al combattimento ravvicinato ed in ambiente urbano e nelle diverse situazioni operative. Grande enfasi è posta nell'approfondimento delle procedure operative standard delle minori unità, nell'acquisizione delle reazioni automatiche immediate, nel perfezionamento della capacità di muovere in zone controllate dal nemico e nell'apprendimento delle tecniche di imboscata e controimboscata. Il tutto avviene in un contesto di grande realismo con frequenti marce zavorrate, esercitazioni di navigazione notturna e combattimento in aree urbanizzate. Questi tre corsi iniziali compongono l'addestramento di base, della durata complessiva di 27 settimane.
Al termine di ciascun corso il personale viene sottoposto ad accertamenti teorico-pratici tesi a verificare l'idoneità all'assolvimento dei compiti specifici previsti per l'unità Ranger. In caso di assenza di durata superiore ad ¼ di quella complessiva di ciascun corso l'aspirante verrà automaticamente considerato non idoneo, con la possibilità di frequentare il primo corso utile successivo. Due fallimenti consecutivi nel superamento di qualunque fase dell'addestramento di 1° tempo comportano la definitiva esclusione dal proseguimento dell'iter e dall'acquisizione della qualifica Ranger. A questo punto il personale sopravvissuto a questa energica "scrematura" inizia l'addestramento alla mobilità ambientale, della durata complessiva di 18 settimane, che comprende le seguenti fasi:
Corso di addestramento montano estivo
della durata di otto settimane, suddiviso in fase basica, tesa all'apprendimento delle nozioni e delle tecniche fondamentali, e fase avanzata tecnico-tattica che vede l'inserimento delle tematiche operative. L'addestramento al movimento in montagna e su roccia può avvenire presso il Centro Addestramento Alpino di Aosta o direttamente al battaglione, con l'intervento di istruttori qualificati del reparto. In questo caso il Monte Cervino individua un Direttore del Corso che si avvale, per gli aspetti didattici, di un Direttore Tecnico, in possesso della qualifica di Istruttore scelto di roccia/alpinismo, e di più istruttori di roccia/alpinismo. Le commissioni di esame, incaricate di verificare scrupolosamente il livello di apprendimento raggiunto, sono comunque costituite da personale del CEALP inviato "a domicilio".Per i soli VFB la valutazione finale viene attualmente effettuata da una commissione di istruttori appartenenti alla brigata Tridentina.
Corso di addestramento montano invernale
per l'apprendimento delle tecniche di movimento in ambiente innevato, di prevenzione valanghe, di sci alpinismo e di fondo e per l'approfondimento delle tattiche da adottare in tali situazioni operative. Ha durata di 8 settimane e viene svolto con modalità analoghe al precedente, direttamente al CEALP o con istruttori interni e commissioni di esame esterne.
Corso anfibio presso il RAFOS del Col Moschin
Della durata di due settimane, è destinato all'apprendimento delle nozioni di base di nautica e all'acquisizione delle procedure della pattuglia da combattimento in ambiente operativo anfibio, con esercitazioni continuative e notturne. Conferisce la capacità di utilizzare battelli a motore e canoe in acque interne e costiere.
Al termine di questo lungo processo addestrativo il personale idoneo riceve la qualifica di RANGER con la quale transita nella componente operativa del battaglione.
Qui, durante il periodo di permanenza al reparto, verrà svolta un' ulteriore fase addestrativa tesa al completamento e mantenimento dell'operatività raggiunta ai fini dell'impiego nelle situazioni operative tipiche delle unità Ranger, che esaltano l'autonomia e la polifunzionalità. A tale scopo è previsto che una certa aliquota di personale riceva una formazione specialistica aggiuntiva attraverso la frequenza di corsi di specializzazione, attualmente in fase di messa a punto, che conferiscano la capacità di ricoprire incarichi addizionali in aggiunta a quelli organici. Ogni compagnia potrà pertanto disporre, a regime, di otto elementi abilitati dal Rafos del 9° Reggimento "Col Moschin" alla condotta di natanti a motore e di quattro operatori NBC qualificati presso l'omonima Scuola Interforze. In ogni plotone fucilieri vi saranno poi due soldati addestrati al maneggio degli esplosivi, ancora presso il Rafos, due tiratori scelti/istruttori di tiro formati alla Scuola di Fanteria di Cesano e due istruttori o istruttori scelti di sci e di alpinismo brevettati al CEALP. Il personale del Plotone da Ricognizione verrà gradualmente abilitato al lancio con tecnica della caduta libera presso il CEAPAR e successivamente al Col Moschin anche a quelli da alta quota, facoltà che consentirà un'ulteriore possibilità di inserimento alle pattuglie esploranti. In attesa del pieno avvio di questa fase il battaglione invia da tempo numerosi quadri, ufficiali e sottufficiali, presso l'International Long Range Reconnaissance Patrol School di Pfullendorf per la frequenza di vari corsi (Close Quarter Battle, Sharpshooter, Patron Leader, Medical).
UN LUNGO CAMMINO
Attualmente la prima compagnia ha completato gran parte dell'iter addestrativo Ranger e raggiunto un eccellente livello iniziale di operatività, e si appresta ad effettuare un turno di servizio in Kosovo, dove costituirà una compagnia di formazione con gli organici standard della fanteria: quattro plotoni fucilieri di 22 elementi.
La preparazione della seconda compagnia procede speditamente, con la frequenza dei corsi di mobilità ambientale quale presupposto al raggiungimento della qualifica. La trasformazione del battaglione Monte Cervino in unità Ranger ha rappresentato per il reparto una sfida formidabile. La selezione del personale è stata molto accurata e molti elementi, non in grado di rispondere pienamente all'elevato profilo psico-fisico richiesto, sono stati trasferiti presso altri Enti. Contemporaneamente sono giunti nuovi VFB assai motivati e desiderosi di cimentarsi nell'impegnativa sfida. Molti sono ex parà che, magari durante il periodo di leva, hanno servito nei reggimenti della Folgore. Le loro regioni di origine sono le più varie e si può dire che, a differenza di quanto accade nella maggior parte dell'Esercito, tutte le zone del Paese sono egualmente rappresentate, con una eccellente percentuale di settentrionali, tra i quali numerosi quelli provenienti da tradizionali aree di reclutamento alpino come il Friuli ed il Veneto. D'altro canto tra i motivi che hanno indotto lo Stato Maggiore ad assegnare agli Alpini Paracadutisti l'onere di costituire un nuovo reparto delle FOS rientrava anche il desiderio di ampliare il più possibile la base territoriale del reclutamento. Purtroppo la sede del reparto, Bolzano, è alquanto decentrata e le caratteristiche socio-culturali della regione ne fanno una destinazione non particolarmente ambita.
Tra l'altro il costo degli alloggi, perenne problema dei nostri militari che sono fra i pochi italiani sottoposti a spiccata mobilità sul lavoro, è qui molto alto. Anche l'inserimento dei famigliari nel tessuto produttivo locale è ostacolato dalle peculiarità linguistiche del luogo. Un possibile trasferimento verso una sede più opportuna, come ad esempio Verona, verrebbe senz'altro accolto con grande favore dalla maggioranza dei Ranger. Dal punto di vista operativo le maggiori difficoltà derivano dalla mancanza di una struttura organica specificatamente destinata all'addestramento. Certo al momento si può dire che l'intero battaglione sia in una fase di preparazione e specializzazione, ma quando il reparto avrà raggiunto la piena operatività ed il sistema sarà a regime sorgerà il problema di mantenere costantemente, all'interno del battaglione, una componente addestrativa incaricata della formazione dei nuovi VFB assegnati al reparto, senza distogliere le compagnie operative dai propri compiti. Una parte consistente dell'iter di formazione Ranger è infatti, come abbiamo visto, affidata direttamente alle unità di impiego. Per quanto riguarda armi e materiali al momento il Monte Cervino dispone delle normali dotazioni previste per la fanteria leggera alpina e paracadutista, ma alcune particolarità fanno intravedere il carattere "speciale" del battaglione. Come le buffetterie stile SAS britannico, analoghe a quelle in uso presso il 9° Reggimento, o la disponibilità di un certo numero di Fucili Steyr AUG e di apparati radio di tipo moderno: VHF/ECCM SRT-633/P (sostitute delle RV-3) e Thompson TRC-350 HF. La politica di acquisizione comune in ambito FOS degli equipaggiamenti, voluta dal Nucleo di Coordinamento FOS dello Stato Maggiore, permetterà nel prossimo futuro la distribuzione delle stesse armi e dotazioni delle Forze Speciali, a partire dall'introduzioni in servizio della Carabina Colt M4.
(Sopra) Il Battaglione Alpini Paracadutisti "Monte Cervino" appartenente al Comando Truppe Alpine di Bolzano è stato scelto dal Nucleo FOS per la costitizione della nuova forza speciale dei Ranger italiani.
(Sotto) La particolarità dei compiti affidati al battaglione Ranger impone una rigorosa selezione del personale ed un suo addestramento altrettanto severo.