Accesso generale.
Salita
1° Giorno
Dal piazzale di Pont Valsavarenche, una piccola frazione costituita da poche case e posta al termina della strada carrozzabile, dotata di alcuni alberghi, si attraversa il torrente Savara e si risale verso sinistra in direzione del Rifugio Vittorio Emanuele, su sentiero molto battuto e comodo. Dopo avere costeggiato per un tratto il corso d'acqua di fondovalle, si prende a salire con decisione prima in un bosco di larici e poi attraverso praterie fino a sbucare su di un piccolo pianoro dove è posto il Rifugio Vittorio Emanuele, costruzione in metallo a forma di mezza botte rovesciata, visibile soltanto all'ultimo: per il pernottamento, specialmente nei giorni prefestivi, è vivamente consigliata la prenotazione. Dal rifugio si gode un panorama dominato dal Ciarforon, mentre non è assolutamente visibile la vetta del Gran Paradiso.
2° Giorno
La mattina seguente si imbocca un sentiero alle spalle del rifugio che, dirigendosi verso nord, si perde in una pietraia (qualche difficoltà può sorgere in questo primo tratto per il fatto che viene generalmente percorso alla luce dei frontalini); attraversata la pietraia si ritrovano tracce di sentiero che conducono alla base del ghiacciaio che scende dalla vetta del Gran Paradiso. Il primo tratto di ghiacciaio è abbastanza ripido ma si può, dotati di piccozza e ramponi, anche affrontare con percorso "diretto": taluni preferiscono disegnare un ampio semicerchio passando sotto alcuna roccette collocate verso nord, seguendo quasi il bordo del ghiaccio; in certe condizioni (scarsità dineve) questa zona, attraversando la quale si effettua questa prima parte di salita per una pendenza minore, può essere pericolosa per eventuali cadute di sassi: a seconda della situazione occorrerà valutare il percorso migliore. Superata questa prima rampa, a circa 3300-3400 m., può essere utile una brevissima sosta ristoratrice; si riparte quindi per pendii più dolci fino a raggiungere il crepaccio terminale, che a fine estate è spesso scoperto. Lo si aggira in genere percorrendo un semicerchio in direzione sud e superatolo, si raggiunge la base della Madonnina seguendo la cresta in direzione nord. Per raggiungere la Madonnina, collocata 2-3 metri più in alto, occorre superare un pericoloso passaggio: in pratica bisogna percorrere un tratto lungo 1-2 metri dove l'appoggio per i piedi è limitato ad una piccola cengia larga alcune decine di centimetri, a strapiombo sul ghiacciaio della Tribolazione, con un salto di 500-600 metri; in questo punto occorre legarsi: chi non fosse esperto, con l'aiuto di una guida, considerando il brevissimo tratto esposto, potrà comunque agevolmente superare questa difficoltà.
Discesa
Lungo la via di salita.
Cartografia
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